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  Satana con ridondanza di termini enfatizza con una domanda retorica e con  numerose ripetizioni 
   il proprio ingresso nell'Inferno, di cui prende possesso non con malinconico senso di resa 
   ma con fiero orgoglio altro termine per definire  l'Inferno, che non nomina ancora, di proposito altro termine per designare l'inferno, con un moderato accento negativo simmetrico riferimento al Paradiso, quasi una concessione alle legittime aspettative, da parte
   di Dio, del suo rimpianto per ciò che ha perduto. Ma la domanda, inequivocabilmente retorica, 
   suona beffarda evita di nominare Dio direttamente, attraverso una perifrasi di gusto tipicamente retorico ma
   che tuttavia sostanzialmente irride alla divinità. Il NOW suggerisce  una velata minaccia 
   e allusione alla possibilita' che la vittoria di Dio su Satana sia solo momentanea rinnovata ffermazione di orgoglio, a conferma di una scelta e di una volonta' indomita, e non 
  di una sottomissione. Definendo migliore  la lontananza da Dio toglie efficacia  alla punizione subita la perifrasi nel definire Dio esprime da un lato  la volontà di non concedere nulla a 
  chi  ha  solamente piùpotere di lui, dall'altro definisce chiaramente l'opinione di scarso
   rispetto da parte di Satana, che vede in Dio  "uno che la ragione rende pari ma che 
   la forza rende il più potente se formalmente esprime un addio, di fatto  non c'è traccia di tristezza alcuna 
   nel saluto trionfale  (hail!) al mondo infernale  un ambiguo compiacimento  nel sottolineare che la profondità dell'Inferno lo accoglie
   come il "nuovo padrone" sembra quasi costretto a definire"orrori"  il mondo che sta  apostrofando con tanta
   protervia, ma e' innegabile che  lo fa con gusto nominando se stesso con la stessa 
  modalità con cui ha definito Dio, e cioè una perifrasi, Satana compie un doppio peccato
  di insubordinazione, enfatizzando la immutabilita' del suo pensiero e del suo animo, a prescindere dal luogo e dal 
  momento - e dalla punizione dichiarazione di  indipendenza sia intellettuale 
  che etica, perchè "la mente/l'animo  è  [solo] se stessa" esprime il potere assoluto della ragione sulla forza,
   poichè è la mente che può trasformare il Paradiso in Inferno e viceversa. 
   Evidente che di conseguenza tutto è relativo, e punirlo cacciandolo all'Inferno risulta
    un fallimento ulteriore ripetizione della perifrasi. Ribadisce con
   sprezzo che Dio è avvantaggiato dal possesso del potere materiale (thunder=ennesimo  scherno,
    che pare assimilare il Dio cristiano al frivolo Giove), suggerendo implicitamente la blasfema 
    ipotesi che Dio , qualora fosse privo di tuoni e fulmini e di tutto l'armamentario in dotazione, 
    sarebbe semplicente battibile e pari ad altri la libertà è vista come un bene supremo
   che nessuno gli può togliere, poiche' il  luogo della liberta'  è la mente, e la mente
    non puo' essere alterata  da nulla alla conclusione di un secolo dominato 
  dall'ambizione (Macbeth etc) Satana non poteva mancare di sancirne l'importanza attraverso le proprie
   parole, ancorche' nel momento preciso in cui sta subendo le conseguenze  di una ambizione - la sua - 
   eticamente negativa in assonanza con le parole pronunciate da Giulio
   Cesare, che in Shakespeare viene appunto "giustiziato" da Bruto per troppa ambizione, 
   Satana suggella  la propria scelta respingendo con orgoglio l'asservimento (di quasiasi tipo, perfino
    quello verso il Signore) preferendogli la libertà (qualsiasi, anche la più dolorosa. 
    Impossibile non percepirvi l'assonanza con la figura di Bruto stesso che, per amore della libertà e 
    con dolore immenso, uccise chi gli  era stato padre) ovvia la pericolosa ed esplicita retoricità 
  della domanda, che lascia presagire  una imminente nuova orgogliosa ribellione, quale che 
   ne possa essere il  risultato